Silvia Cutrera della FISH e Emanuela Trevisi di ASPHI hanno presentato il progetto ARTEMISIA all‘Osservatorio nazionale sulle condizioni delle persone con disabilità
Il 24 novembre 2023 in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne si è svolta una riunione dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni delle persone con disabilità alla presenza della ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, e della ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.
Artemisia – Attraverso reti territoriali emersione di situazioni di violenza, vuole favorire l’emersione delle situazioni di violenza delle donne con disabilità o con fragilità e la loro presa in carico da parte dei servizi, è stata presentata in questa occasione tra alcuni progetti finalizzati a prevenire e contrastare la violenza di genere ai danni delle donne con disabilità attivi su tutto il territorio nazionale.
Emanuela Trevisi di ASPHI ha parlato di Artemisia in rappresentanza dell’invitato permanente Rete GLIC “Rete italiana dei Centri di consulenza su ausili tecnologici per la disabilità” (di cui ASPHI fa parte), affiancandosi a Silvia Cutrera rappresentante FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) della Lombardia, di cui fa parte LEDHA (Lega per i diritti delle persone con disabilità), altro partner del progetto
Questa la presentazione in cui Trevisi ha illustrato il particolare ruolo di ASPHI nel progetto Artemisia
“Per individuare le tecnologie più opportune da inserire nei Centri Anti Violenza e nelle Case Rifugio, con un gruppo pilota di operatrici, abbiamo organizzato e realizzato
incontri di formazione, con esempi di utilizzo delle tecnologie come strumenti facilitatori per donne con diverse condizioni di disabilità
un laboratorio di co-progettazione di strumenti facilitatori (per creare la loro cassetta degli attrezzi sia analogica che digitale).
Dall’incontro con le operatrici emerge la necessità di formazione al tema della disabilità e delle tecnologie con riferimento alla progettazione universale. In particolare, sono emersi due temi significativi:
il tema della tutela della privacy e messa in sicurezza delle donne quando entrano in un percorso di allontanamento dal maltrattante .
Le tecnologie sono percepite come un possibile pericolo (per gli aspetti connessi alla geolocalizzazione presente su tutti i dispositivi mobili e più in generale rispetto alla tracciabilità) e questo ci ha indotto alla creazione di un tutorial sulle attenzioni da predisporre per un “uso consapevole delle tecnologie per le donne ed eventuali minori a carico”
Il tema della semplificazione della comunicazione con le donne che richiedono aiuto. Abbiamo lavorato sulle possibilità offerte dalla comunicazione simbolica e sui temi di semplificazione del linguaggio creando degli strumenti di comunicazione semplificata riguardanti alcuni situazioni (es. descrizione degli iter processuali dopo la denuncia, i vari ordini di tribunali nel caso di minori a carico, le regole di comportamento di una casa rifugio, etc…).
Nelle case rifugio abbiamo individuato degli strumenti volti a migliorare sia l’usabilità degli ambienti (dispositivi a richiamo vocale) sia la vivibilità degli spazi comuni in termini di gestione dell’abitare (attraverso applicazioni specifiche).
Stiamo anche verificando l’usabilità delle comunicazioni (cartacea, web, audiovisiva ) delle reti antiviolenza per migliorare efficacia e effettiva fruibilità da parte delle donne con disabilità e non solo.
Stiamo diffondendo il progetto anche nei contesti lavorativi.
Nel 2024 è prevista la progettazione e somministrazione ad un gruppo di donne con disabilità di uno strumento che utilizzi la narrazione di una storia per favorire il riconoscimento di situazioni di rischio.”
Così ha commentato Silvia Cutrera, coordinatrice del Gruppo Donne FISH:
“Nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità vi sono indicazioni esplicite a considerare le caratteristiche di genere riconoscendo che, a parità di condizione di disabilità, le questioni collegate al genere incidono sulla vita delle donne, in relazione al contesto sociale e culturale e alle modalità in cui la società ne ostacola o facilita la piena partecipazione. Vale sempre la pena di ricordare il principio di eguaglianza, non discriminazione e pari opportunità sancito dall’articolo 3 della Costituzione da applicare nei centri antiviolenza e nelle case rifugio, che devono essere accessibili a tutte le donne a prescindere la condizione di disabilità, anche mediante sinergie e costruzione di reti solidali così come, ad esempio, nel progetto Artemisia”.
Il progetto Artemisia è promosso da Fondazione Somaschi onlus, fondazione ASPHI onlus, LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, Ceas-Centro ambrosiano di solidarietà, fondazione Centro per la famiglia card. Carlo Maria Martini con il sostegno della Fondazione di Comunità Milano
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